La Natura. Una Spa a cielo aperto

7 buoni motivi per viverla tutto l’anno

Che respirare aria buona e vivere a contatto con la natura facesse bene lo si sapeva già da un po’.

Ma perché? Dove e come questo contatto porta i suoi benefici? Alcuni studi scientifici hanno individuato quelli che sono i vantaggi

oggettivi direttamente collegati alla “vita all’aria aperta”.

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1) MAGGIORE VITALITÀ

Restare chiusi in casa a lungo ha un effetto depressivo.

Il prof. Richard Ryan parla di natura come “combustibile dell’anima” in quanto rende le persone più energiche e vitali (anche senza pratica sportiva).

La ricerca ha osservato che questo senso di vitalità non solo contribuisce sotto il profilo energico (le persone riescono a fare più cose durante la giornata), ma si ammalano anche più raramente.

2) AUMENTO DELLA CREATIVITÀ

La società moderna è caratterizzata da eventi improvvisi e deconcentranti (cellulari che squillano, sirene, clacson, etc.) che catturano l’attenzione e ci conducono a distrarci facilmente e continuamente.

Al contrario, gli ambienti naturali sono pieni di suoni gentili, morbidi e rilassanti che permettono al nostro sistema attentivo-esecutivo di essere pienamente in funzione.

3) RIDUZIONE DELLO STRESS

Lunghe passeggiate nel bosco per migliorare la salute mentale. Questa pratica si chiama Shinrin-yoku e significa “bagno nella foresta”.

La ricerca, condotta da ricercatori giapponesi su un campione di 498 soggetti, ha mostrato come questa pratica riduce significativamente il grado di ansia e depressione rispetto ai soggetti che non avevano eseguito l’attività.

4) MIGLIORAMENTO DELLA MEMORIA

Basterebbe camminare nella natura, o anche solo guardare un paesaggio naturalistico per incrementare la memoria a breve termine.

Ai partecipanti della ricerca è stato chiesto di svolgere un esercizio mnemonico e di ripetere lo stesso dopo una passeggiata nel bosco, mentre ad un altro gruppo di ripeterlo dopo una passeggiata in città.

Il risultato, sorprendente, ha evidenziato come il primo gruppo abbia migliorato le proprie attività di memoria del 20%.

5) AUMENTO DEL SENSO DI APPARTENENZA

Un recente studio condotto su un gruppo di 10 bambini, ha dimostrato come trascorrere più tempo all’aria aperta non solo sviluppi maggiormente il senso di appartenenza, ma aumenta anche il sentimento di apprezzamento della bellezza.

Inoltre questi bambini hanno mostrato maggiore interesse per i colori, la simmetria e l’equilibrio, sviluppando anche maggiore immaginazione e curiosità.

6) AUMENTO DELLAUTOSTIMA

Tutte le attività svolte nella natura hanno un effetto benefico e migliorativo sulla propria autostima.

1.252 soggetti sono stati coinvolti in attività di diverso tipo (passeggiate, equitazione, pesca, canottaggio etc.) e la ricerca ha evidenziato come anche soli 5 minuti al giorno di attività all’aperto siano sufficienti per migliorare l’autostima.

7) SUPPORTO AL CERVELLO A LAVORARE IN SINCRONIA

Uno scenario marino, un paesaggio montano o qualunque ambiente naturale pacifico permettono a diverse aree del cervello di lavorare armoniosamente in sincronia.

Lo studio, condotto dall’Università di Sheffield, ha dimostrato inoltre come gli ambienti costruiti dall’uomo, come ad esempio strade e palazzi, rallentino invece queste connessioni.

Se desideri provare anche tu gli effetti benefici della natura visita colleveroni.it o scrivi a info@residencecolleveroni.it

Gli arrosticini di pecora

Uno tira l’altro. Sarete voi a dire basta

Se passate in Abruzzo e cercate qualcosa di veramente tipico, l’arrosticino è una tappa fondamentale per il vostro palato. L’arrosticino, in dialetto “rustella”, è uno spiedino di carne di pecora cotto alla brace e rappresenta il piatto più iconico della tradizione abruzzese. L’arrosticino non è un’improvvisazione culinaria, ma è il risultato certosino di una preparazione artigianale che nasce dal genio dei pastori in transumanza. I pastori che partivano per i lunghi pascoli utilizzavano la carne delle pecore non più produttive, o di agnello castrato, che veniva tagliata a cubetti di circa un 1 cm e poi infilzata su piccoli spiedi appuntiti ricavati dal fusto di piante acquatiche presenti lungo le rive dei fiumi.

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La preparazione artigianale dell’arrosticino, per quanto semplice possa apparire, nasconde invece una sapiente disposizione della carne magra e di quella grassa, un’alternanza indispensabile alla ricerca di un equilibrio perfetto, in modo tale che durante la cottura sulla brace la carne resti umida e succosa, tenera e saporita.

Per un totale e profondo apprezzamento della “rustella”, considerata ironicamente dagli abruzzesi “piatto sacro” della propria tradizione, si seguono regole precise e imprescindibili.

Innanzitutto gli arrosticini vanno cucinati alla brace sull’apposita “fornacella”, devono essere divorati caldi (perché l’arrosticino non si mangia, ma si divora) e accompagnati da una bruschetta unta con olio extravergine; infine irrorati da una buona compagnia e dall’immancabile Montepulciano d’Abruzzo, vino rosso locale dalla forte personalità.

Piccolo appunto. Non fatevi sorprendere a divorare gli arrosticini con forchetta e coltello, è considerato sacrilegio. L’arrosticino infatti và posizionato all’angolo della bocca e, con un gesto secco e deciso, si fanno sfilare in un solo boccone tutti i cubetti di carne.

Se è vero che le ricette tipiche di una terra parlano e raccontano della propria gente, l’arrosticino allora è indubbiamente “il piatto” più rappresentativo del popolo abruzzese. Il sapore forte, deciso, persistente dell’arrosticino è sicuramente un’istantanea fedele della loro identità.

Il Natale d’Abruzzo

Storie e tradizioni tra il sacro e il profano

Riti antichi. Consuetudini popolari che affondano le proprie radici nella notte dei tempi. La tradizione in Abruzzo non è un “semplice tramandare”, ma un modo per apprezzare (per continuare a viverle) piccole gioie della vita. Durante il periodo natalizio le città e i borghi si riempiono di luci e di addobbi, di mercatini, di eventi, di persone che in festa non aspettano altro che vivere l’emozione straordinaria di momenti che durano da secoli.

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A ògne ttèrre c’è na usanze; a ògne mmijicule c’è na pànze.
(Per ogni paese c’è un’usanza; per ogni ombelico una pancia)

Un modo più vernacolare di dire “paese che vai, usanze che trovi”

Le tradizioni natalizie abruzzesi, sia di origine pagana che religiosa (queste ultime arrivate dopo proprio per contrastare i riti pagani) sono spesso collegate alla cultura contadina e pastorale.

Caratterizzate da una forte partecipazione dell’intera comunità, molte delle tradizioni natalizie abruzzesi hanno un elemento comune di valore simbolico: il fuoco.

Il rito del ceppo, la notte dei Faugni di Atri (Te), il falò di Nerito (Te), la farchia di Tufillo (Ch), sono solo alcune delle rappresentazioni dell’antica storia d’Abruzzo.

Tradizioni che, neanche a dirlo, sono immancabilmente accompagnate da piatti tipici che vengono preparati una sola volta l’anno, proprio per sottolineare ancor di più l’unicità del momento.

Come affermava Jean Jaurès “la tradizione non consiste nel conservare le ceneri, ma nel mantenere viva la fiamma”.

Per vivere e saperne di più su tutti gli eventi e le tradizioni popolari in programma nelle vicinanze di Colleveroni chiama ora lo 085 806 2580 o scrivi a info@residencecolleveroni.it

I massicci d’Abruzzo

La montagna che si affaccia sul mare

L’Abruzzo non è una regione. È un’emozione da vivere tutto l’anno. Sempre.

Questa splendida regione del centro Italia è la sintesi paesaggistica e naturalistica dell’intera penisola.

Mare, montagna, laghi, riserve naturali e patrimoni artistici di suggestiva bellezza e importanza, costituiscono l’immensa ricchezza di questa regione

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Con l’avvicinarsi dell’inverno la montagna abruzzese richiama migliaia di turisti, non necessariamente sciatori o appassionati delle vette innevate.

Molti turisti prediligono le escursioni, i trekking a cavallo, le camminate nei boschi alla ricerca di rifugi caratteristici dove poter sostare per una piacevole degustazione di piatti e prodotti tipici abruzzesi.

Da Colleveroni, dove la montagna invade con prepotenza il suo panorama, è possibile raggiungere località incontaminate di rara suggestione offerte dal più grande complesso montano dell’Appennino, il Massiccio del Gran Sasso.

Dal residence, con poco più di 30 minuti, è possibile visitare il Parco Nazionale del Gran Sasso. Una fonte naturale di benessere, pace e autentico relax.

Lungo i percorsi naturalistici, a qualsiasi quota ci si trovi, i panorami cambiano a seconda del versante e dell’ora. Tra i più apprezzati è sicuramente la vista sul mare a quasi 3000 metri. Indescrivibile.

In questi angoli remoti d’Abruzzo non mancano inoltre punti di interesse storico-artistico.

L’Abruzzo è infatti terra di cultura, di storia e di forti tradizioni. Borghi medievali e luoghi del silenzio sono meta continua di pellegrinaggi.

Un’occasione unica resa ancora più straordinaria dalla presenza, lungo il cammino, di rifugi accoglienti e di locande tipiche in cui immergersi in un’altra emozione: la cucina tradizionale abruzzese.

L’Abruzzo ha dunque mille facce, mille sfumature, mille motivi per essere vissuta, scoperta e in qualche modo … amata.

Per qualsiasi informazioni su cosa fare e vedere durante il vostro soggiorno a Colleveroni, potete contattarci allo 085 806 2580 oppure scrivere a info@residencecolleveroni.it

La cucina abruzzese

Lasciate ogni bilancia voi che assaggiate

Se avete intenzione di trascorre le vostre vacanze a Colleveroni in Abruzzo ecco un valido consiglio prima di partire: mettetevi a dieta preventiva.

La tavola abruzzese, insieme al mare, alla montagna e alle riserve naturali, è una delle attrazioni turistiche più interessanti offerte dal territorio.

Venire in Abruzzo e non viziare il proprio palato è come andare al cinema bendati. Lo puoi fare. Ma non ha senso.

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Questo non perché la cucina abruzzese sia più buona di altre, in Italia si mangia bene ovunque, ma in Abruzzo si mangia bene, tutto e tanto.

Merito della particolare conformazione geografica che abbraccia mare, laghi e montagna in pochi chilometri, l’abruzzese è un popolo di pescatori, allevatori e agricoltori. Hanno particolare familiarità dunque sia con la carne che con il pesce, ottimi produttori di olio, vino, salumi e formaggi, senza trascurare le centinaia di aziende agricole che producono tartufi, miele, confetture e qualunque cosa la natura abbia reso commestibile.

Attenzione però, in Abruzzo non si mangia per il semplice gusto di mangiare. La tavola infatti rappresenta il simposio, un momento conviviale sacro in cui godere sì del cibo, ma soprattutto della compagnia e della gioia di stare insieme.

Il pranzo e la cena sono in Abruzzo occasioni speciali di condivisione, di comunione, di allegria, di benessere allo stato semplice, un benessere che termina quasi sempre con un dolce tipico, la genziana e una cantata di gruppo.

Inutile tentare di suggerire un piatto tipico piuttosto che un altro, anche perché “paese che vai pietanze che trovi”, ma una menzione speciale và comunque concessa agli arrosticini di pecora, al brodetto di pesce e alla ventricina, ovvero prodotti tipici che creano dipendenza al primo boccone. Assaggiare per credere.

Antiche tradizioni d’Abruzzo

La storia di un popolo tra fede e folklore

Patrimonio storico umano e culturale. Il folklore in Abruzzo è questo. Non a caso Gramsci scriveva: “non una bizzarria, non una stranezza, una cosa ridicola, il folklore in Abruzzo è una cosa seria”. Per tutti gli abruzzesi il folklore è un modo di rivivere la propria storia, è un modo di conoscere la propria gente, è un modo diverso di emozionarsi. Le tradizioni popolari abruzzesi sono note in tutto il mondo per aver attraversato secoli mescolando il sacro al profano senza mai smettere di educare intere generazioni all’appartenenza, all’amore per la propria terra, all’attaccamento alle proprie origini, alle proprie credenze.

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Non un elemento pittoresco dunque, il folklore va interpretato come concezione alternativa del mondo e della vita.

Oggi, a distanza di tempo, gli eventi legati al folklore rimangono inalterati nello spirito e nell’essenza, manifestazioni di giubilo e festa che fortificano la comunità nel profondo del proprio tessuto sociale, anno dopo anno, ricorrenza dopo ricorrenza.

Impossibile elencare tutti gli eventi folkloristici abruzzesi.

Ogni città, ogni provincia, ogni paese, ogni contrada, ogni singolo borgo ha le sue feste, le sue rievocazioni, il suo patrimonio da custodire.

Credenze popolari, riti pagani, pratiche magiche, ricorrenze storiche o religiose, ognuno ha la storia da celebrare.

L’intera comunità è chiamata a partecipare attivamente per rendere viva la propria tradizione. Fiumi di persone si riversano nelle piazze, per le strade, tra i vicoli ostentando il proprio santo, il proprio feticcio, il proprio credo.

Spesso questi eventi, a seconda della zona e della tradizione, durano per interi giorni attirando in Abruzzo migliaia di turisti da tutto il mondo.

La Notte dei Faugni di Atri, la festa dei serpari di Cocullo, i Trionfi di Teramo, la Giostra cavalleresca di Sulmona, sono alcune delle manifestazioni folkloristiche più importanti che si celebrano in Abruzzo. Occasioni speciali in cui, ovviamente, non mancherà modo di apprezzare la cucina tipica, il vino e la compagnia verace e spontanea degli abruzzesi.

Se siete in vacanza a Colleveroni non dimenticate di munirvi del programma con tutti gli eventi e, per qualsiasi informazione, ricordatevi che Hizia e Massimo sono sempre a vostra disposizione.

L’America scopre l’Abruzzo!

La statunitense CNN suggerisce 10 buoni motivi per visitare la regione più verde d’Europa!

La Cnn, ha recentemente pubblicato un articolo nel quale evidenzia che l’Abruzzo è la destinazione più “hot” del momento, meta di vacanzieri non solo italiani quindi, ma destinazione che attira sempre più stranieri. Secondo la testata giornalistica americana l’Abruzzo può essere considerato “un concentrato d’Italia”, una regione che nel suo piccolo (si fa per dire) custodisce le bellezze e le ricchezze “simbolo” del nostro paese.

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Il mare e la montagna, i parchi nazionali, le riserve naturali e i laghi, i borghi medievali, i siti UNESCO, senza ovviamente tralasciare l’enorme patrimonio enogastronomico, rappresentano tutto ciò che un turista, nel suo immaginario, si aspetta di trovare in Italia.

Ed ecco quindi i 10 motivi per cui l’Abruzzo è la nuova destinazione per i turisti di tutto il mondo.

  1. Gastronomia
    La CNN mette la cucina abruzzese al primo posto. Una proposta gastronomica completa che, grazie al mare e alla montagna, offre specialità tipiche di carne, pesce e con ottime eccellenze anche nella produzione di salumi, tartufi e formaggi. 
  2. Lezioni di cucina
    In ogni città, paese o borgo della regione si organizzano corsi di cucina dedicati a coloro che, oltre ad apprezzarne il sapore, desiderano imparare ricette e segreti della cucina tradizionale abruzzese.
  3. Un vino eccellente
    Buona tavola che, neanche a dirlo, trova un altro “gradito” complice: il Montepulciano d’Abruzzo. Vino tipico della provincia di Chieti in realtà il Montepulciano non è l’unica eccellenza in cantina. Basta affidarsi ad uno dei numerosi “wine tour” per scoprire la varietà di uve e di vini pregiati prodotti in tutta la regione.
  4. Spiagge idilliache
    Benchè non paragonabili alle spiagge più blasonate di Sardegna e Sicilia, le spiagge abruzzesi (Bandiera Blu) vengono comunque selezionate dalla CNN e apprezzate per le acque incontaminate e per la varietà di coste che si alternano per decine di chilometri. Alle spiagge sabbiose e comode si susseguono infatti spiagge con scogli e ciottoli più impervie e selvagge.
  5. Laghi, riserve e sorgenti naturali
    Le bellezze naturali di questa regione non temono confronti con nessun’altra regione italiana ed europea. I suoi sette laghi basterebbero da soli ad attirare ogni anno migliaia di turisti. Ma forse non tutti sanno che invece l’Abruzzo, oltre a laghi e montagne, vanta 3 parchi nazionali1 parco regionale e 37 riserve naturali. Per la serie: la natura vive in Abruzzo.
  6. Sci e trekking
    Le montagne abruzzesi costituiscono una grande attrazione turistica invernale e non ha nulla da invidiare alle località alpine del Nord Italia, senza trascurare il fatto che sciare, in Abruzzo, costa molto meno. Piccolo ma fondamentale dettaglio: mentre si scia si guarda il mare.

Il percorso naturalistico “Bonatti”

Da Colle Veroni in Nepal in meno di un’ora

Da Colle Veroni, in località Mosciano Sant’Angelo in Abruzzo, occorrono poco più di 40 minuti per raggiungere il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga per poi proseguire in direzione Nepal.
Il “percorso Bonatti” nasce qui, a Nerito in provincia di Teramo, ed è un percorso naturalistico ideato per gli amanti della wilderness e dell’avventura.

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Questo percorso alpinistico è un viaggio suggestivo che, attraversando boschi, natura e passaggi segreti, percorre le valli glaciali del Monte Corvo, le creste rocciose delle Malecoste, fino a raggiungere Campo Imperatore e Rocca Calascio in provincia dell’Aquila.
Da qui il percorso continua nei territori himalayani della Rolwaling dove si elevano vette inviolate, la cui natura incontaminata ricorda per molti aspetti la “valle segreta” del Chiarino.
Realizzato da Davide Peluzzi e Luigi Grimaldi dell’Associazione Explora Nunaat International, il “percorso Bonatti” è infatti parte integrante dell’attività di gemellaggio tra il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Nazionale Nepalese del Gaurishankar.
La sua realizzazione è stata possibile grazie all’impegno alpinistico, scientifico e umanitario dell’Associazione Explora la quale, a seguito del violento sisma che ha colpito il Nepal nel 2015, si è subito attivata con il progetto “Visit Nepal to help Nepal”.
Il percorso quindi non apre solo una nuova via alpinistica e naturalistica sul Gran Sasso in uno dei parchi nazionali più belli d’Italia, ma idealisticamente costituisce una “via immaginaria”, una “via della solidarietà” che unisce due territori, due popoli e due culture differenti e molto distanti tra loro.
Il nome del percorso vuole essere invece una dedica speciale in memoria del grande alpinista, esploratore e giornalista italiano Walter Bonatti (1930- 2011) soprannominato “il Re delle Alpi”.
Per chi volesse visitare il Parco o ricevere maggiori informazioni sul “Percorso Bonatti” può visitare il sito www.gransassolagapark.it o scrivere a comunicazione@gransassolagapark.it
Telefono: 0862.6052209 (Ufficio Stampa)

OACL Osservatorio Astronomico Colle Leone

a Mosciano Sant’Angelo c’è un colle che guarda la luna

Colle Leone non è una collina qualunque. È un colle speciale, un posto magico, reso straordinario da una persona altrettanto speciale. Fausto Marini, astrofilo, creativo, artista della scienza e della natura, purtroppo scomparso qualche anno fa, scelse Colle Leone per avvicinare l’uomo alla luna, alle stelle, alla profondità del cielo, al mistero dell’universo. 

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L’”uomo della luna”, così come lo chiamavano gli amici e gli abitanti di Mosciano Sant’Angelo, decise agli inizi degli anni ’80 di costruire su questo colle, occupandosi personalmente di ogni singolo mattone, un osservatorio astronomico e, successivamente, un Planetario.

Oggi l’Osservatorio OACL, grazie alla passione e all’esperienza maturata in oltre 30 anni di attività nel settore dell’astronomia e della scienza, è meta di migliaia di visitatori e turisti.

Un flusso costante di astrofili, di appassionati o di semplici visitatori che, grazie all’opera di Fausto Marini e al suo amore per le stelle, ha generato un vero e proprio fenomeno di turismo astronomico.

Astronomia e Scienze Naturali, infatti, sono dotate di una particolare immediatezza che le rende in tutto e per tutto un “coinvolgente intrattenimento culturale”. Un intrattenimento che il personale qualificato dell’Osservatorio è riuscito a trasformare e differenziare a seconda delle diverse tipologie turistiche.

Un servizio stabile di visite guidateeventi tematici e un programma sempre ricco di iniziative, offrono al turista occasioni uniche, suggestive, esperienze dal forte impatto emotivo.

Spettacolarità e contenuto, intrattenimento culturale e scoperta, meraviglia e stupore, ecco cosa propone l’Osservatorio Astronomico Colle Leone.

La gestione e l’attenzione garantite dello staff inoltre, permettono di organizzare serate riservate, ovvero l’opportunità di vivere serate astronomiche dedicate esclusivamente all’impresa e alla clientela turistica.

Un modo originale e particolare per vivere una serata indimenticabile tra le stelle, tra i pianeti, un’esperienza unica e straordinaria, un qualcosa insomma, come suggeriscono gli stessi operatori dell’OACL, “un qualcosa da raccontare a lungo”.

I Calanchi di Atri

La natura è un genio incompreso

A mezz’ora di macchina dal residence Colleveroni, c’è un’opera d’arte in continuo mutamento. Quest’opera d’arte camaleontica è intitolata “I calanchi di Atri”. A firmarne la paternità è la natura. Atri, nota anche come “civitas vetusta”, non è solo un’antica città della provincia di Teramo, ma è la testimone oculare di uno dei processi di erosione secolare più bizzarri e suggestivi che la natura possa offrire.

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I calanchi, così come vengono definite queste imponenti architetture naturali, sono il frutto dell’erosione del terreno per effetto del dilavamento delle acque su rocce argillose degradate.

Ma al di là della sua definizione geomorfica, ciò che le caratterizza è il loro impressionante aspetto.

Non a caso i Calanchi di Atri, che dal 1995 costituiscono riserva naturale, sono meglio conosciuti come “bolge dantesche” o “unghiate del diavolo”, immagini metaforiche che solo in parte rendono l’idea del loro spaventoso aspetto.

La comunità europea, che aveva già identificato un Sito di Interesse Comunitario (SIC), nel 1999 istituisce l’”Oasi WWF dei Calanchi di Atri” con lo scopo di preservare oltre 600 ettari di natura, flora e fauna.

La Riserva, che dispone di un C.E.A (Centro di Educazione Ambientale), organizza escursioni pomeridiane, con guide qualificate, per vivere e scoprire la bellezza e i segreti dei calanchi.

Ogni anno inoltre l’Oasi WWF organizza la “Festa delle Oasi”, un’occasione speciale per grandi e piccoli dove è possibile partecipare a laboratori didattici, escursioni guidate, reintroduzione degli animali nel loro habitat, degustazioni di prodotti tipici.

Ma c’è un evento in particolare che rende la riserva un’attrazione paesaggistica unica e inusuale: “la luna e i calanchi”.

Questo evento così straordinario consiste nel visitare i calanchi di notte, al chiarore della luna. La luce e l’atmosfera notturna conferiscono al paesaggio un aspetto lunare, un panorama suggestivo ed emozionante che ogni anno riscuote un successo notevole sia tra i turisti che tra gli abitanti della stessa Atri.

La Fortezza di Civitella del Tronto

L’opera fortificata del XVI secolo entra nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”

By Interminatispazi (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons. Non poteva essere diversamente. Quando la storia persiste al tempo un motivo c’è sempre. E nel caso della Fortezza di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo, i motivi sono più di uno. Non saranno gli aggettivi a renderla speciale, non saranno le descrizioni minuziose a rendergli gloria e merito, e non sarà neppure questo articolo a rendere la Fortezza di Civitella ciò che è.

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Al di là della sua bellezza e della sua storia, la visita alla Fortezza è un’esperienza, è un viaggio nel tempo dove il tempo, in un magico gioco di clessidre rotte, si è fermato al suo primo assedio, in un lontano passato.

Attraversando il borgo medievale e salendo lentamente in cima, verso il cuore silenzioso della rocca, sembra infatti di udire ancora il veloce scalpitare dei cavalli e il fragore delle cannonate sulla cinta muraria, le urla di vittoria dei soldati aragonesi che accompagnano la ritirata delle truppe di Francia.

Considerata una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d’Europa, la Fortezza di Civitella del Tronto è un capitolo affascinante della nostra storia, è un racconto custodito e narrato tutt’oggi nel Museo delle Armi allestito all’interno della Fortezza.

Il Museo, che si sviluppa su quattro sale, custodisce mappe antiche e armi, vessilli e schioppi a miccia del XV secolo, cannoni e “falconetti” della marina, testimonianze e tesori in grado di catturare, teca dopo teca, la meraviglia dei grandi e lo stupore dei più piccoli.

Grazie al suggestivo impatto delle sue atmosfere senza tempo, la fortezza oltre ad essere scelta frequentemente come set in produzioni cinematografiche, offre la sua cornice a numerosi eventi e manifestazioni.

Mostre temporaneerievocazioni storichefiere e concertigiochi di ruolo dal vivo, un programma sempre ricco di eventi che, soprattutto d’estate, regala ai visitatori un motivo in più per vivere e scoprire uno dei borghi più belli d’Italia.

Abruzzo. La natura è casa nostra.

5 motivi per viaggiare nella regione più verde d’Italia

Se la destinazione del tuo viaggio è la natura, l’Abruzzo allora sarà la tua prossima vacanza. Ecco dunque 6 buoni motivi per digitare “Abruzzo” sul tuo navigatore:

  1. Scegliere l’Abruzzo significa viaggiare nella regione più protetta del territorio nazionale italiano, l’unica regione in Italia ad offrire 3 parchi nazionali1 parco regionale e 37 riserve naturali.
    Gli abruzzesi non hanno il “pollice verde”, hanno verde tutta la mano.
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  1. Mattina in montagna e pomeriggio al mare. Teletrasporto? No, non è fantascienza, è l’Abruzzo.
    Atmosfere rilassanti, panorami straordinari e percorsi suggestivi di mare e montagna che si possono vivere anche nella stessa giornata.
    Grazie ad una particolare conformazione geografica, dove le vette più alte dell’Appennino si affacciano direttamente a mare, in Abruzzo è possibile passeggiare sui sentieri di montagna fino ai 3.000 metri di quota per poi raggiungere, in breve tempo, la costa adriatica.
    In spiaggia è così possibile riposare i polpacci gustando un sole generoso, una bibita fresca e un mare, da sempre, bandierina blu.
    Una vacanza al mare o un soggiorno in montagna?
    Ma perché scegliere se posso averli entrambi?
  2. Paese che vai, pietanze che trovi. La storia e la tradizione popolare sono gli ingredienti principali della cucina abruzzese.
    Un popolo di pescatori, allevatori, agricoltori le cui ricette sono una fedele rappresentazione della loro cultura e della loro identità.
    La tipicità dei piatti e delle specialità d’Abruzzo sono racconti da gustare boccone dopo boccone.
    Carne, pesce, salumi, formaggi, tartufi, dolci e vini locali, tracciano un percorso enogastronomico che attraversa secoli di storia e ricettari senza tempo.
  3. Arte, cultura e spiritualità. Non solo percorsi che dal mare portano alla montagna, non solo percorsi enogastronomici, l’Abruzzo nasconde sentieri e percorsi che portano altrove, verso luoghi straordinari che custodiscono un patrimonio immenso di arte e cultura.
    Chiese, eremi, abazie, basiliche, castelli e monasteri, un insieme e una varietà importante di stili architettonici, di tesori inestimabili, di opere d’arte che non aspettano nient’altro che il piacere della scoperta.
  4. Sport e natura nella definizione più estesa: “mente sana, in corpo sano, in ambiente sano”.
    Mountain bike, sci, parapendio, trekking a cavallo, snorkeling, arrampicate e ferrate, escursioni e attività outdoor.
    Se pensi che sia troppo suggeriamo allora una comoda battuta di pesca. Mare, fiumi e laghi: Preferenze?
    Magari non emozionante come un lancio in parapendio, ma di sicuro rappresenta una buona attività meditativa.
  5. L’accoglienza che non ti aspetti. Il valore aggiunto di questa terra.
    L’abruzzese è così come si presenta, apparentemente ruvido, una peculiarità che lo aiuta a difendere la propria autenticità, la propria schiettezza e la propria veracità.
    Il popolo abruzzese, senza maschere e senza troppi convenevoli, rispecchia perfettamente la genuinità della sua terra.
    La gente d’Abruzzo è come gran parte della natura che la circonda: incontaminata.